Sempre per riflettere un pò…..

“…..Per chi è nella posizione della vittima è difficile accorgersi della violenza subita, perché in certe situazioni si sviluppano meccanismi psicologici per non vedere la realtà, quando questa risulta troppo sgradevole. Il fatto di accettare di essere vittime di una situazione di maltrattamento psicologico, probabilmente da parte di una persona che si stima, comporta un enorme carico di ansia che non è facile metabolizzare. È difficile accettare che qualcuno che dovrebbe amarti ti usi violenza. E dal momento che la vittima non ne capisce i motivi, diventa insicura, irritabile, aggressiva e persino violenta. È come il gatto che si morde la coda, perché attribuisce la colpa dell’ansia che prova non al maltrattatore, ma alla propria sensibilità o eccessiva suscettibilità. E il maltrattatore in questione alimenta questo dubbio scrollandosi di dosso le proprie responsabilità e accusando la vittima di essere pazza, isterica, depressa o paranoica. (….)

Questi maltrattatori negano l’aggressione, condiscono le loro frasi di humor, di ironia, di commenti apparentemente innocenti che vanno dritti ai punti deboli del maltrattato. Se la vittima si lamenta, si sente dire una cosa che l’abbatte ancora di più: “Scherzavo tesoro, non devi prendertela tanto”, frasi che insinuano il sospetto che lei sia un’instabile pronta ad offendersi al minimo pretesto o una sciocca completamente priva di ironia. L’aggressore nega l’aggressione; il problema, dunque, viene scaricato tutto sulla vittima. La psichiatra definisce questa violenza come “perversa”, una vera e propria distruzione, molto insidiosa perché indiretta. La persona viene fatta a pezzi, in maniera costante e ripetuta, attraverso gesti e parole di disprezzo, umiliazione e discredito,. L’aggressore scarica sugli altri le proprie frustrazioni, evitando così ogni responsabilità e conflitto interiore. E umilia chi ha vicino. L’obiettivo, dunque, è l’occultamento della propria incompetenza e debolezza. L’aggressore non perde mai le staffe e non alza mai la voce; parla sempre con lo stesso tono piatto, manifesta una fredda ostilità che è pronto a negare quando si allude ad essa. La causa del problema non è evidente, l’aggressore si rifiuta di parlare di ciò che non funziona; questo rifiuto paralizza la vittima e le impedisce di trovare una soluzione. Tutto quello che quest’ultima può dire viene sistematicamente deformato per poterla trovare sempre in fallo: viene disprezzata e umiliata. Lui la prende in giro, ma i modo sottile, così che i possibili testimoni avvertano solo un vago sentore d’ironia. (…)

L’abuso psicologico si realizza attraverso affermazioni terse a svilire, minacce velate, critiche e derisioni indirizzate all’aspetto fisico della vittima, alle sue iniziative e alla sua personalità, accuse e via dicendo, il tutto nascosto sotto atteggiamenti affettuosi volti a disorientare la vittima perché, evidentemente, è difficile diffidare di qualcuno che ti da del grassone per tutto il tempo ma poi sostiene di non poter vivere senza di te e che quando ti prende di mira lo fa solo per scherzare e che sei tu che te la rendi sempre a male. (…) L’aggressore è solo un essere mediocre, consapevole del proprio grigiore, con un’assoluta mancanza di rigore morale e un disturbo serio dell’identità. E dunque per compensare il senso d’inferiorità, l’insoddisfazione occulta ma profonda, cerca di guadagnare potere sulla vittima.”

18 risposte a “Sempre per riflettere un pò…..

  1. la chiusura di splinder ci ha lasciate orfane di molte blogger di notevole intelligenza e simpatia, tra cui tu. Questo non ha più nulla a che vedere col tuo fantastico blog su splinder e io sono nostalgica, per questo continuo a passare periodicamente! Un vero peccato. Un affettuoso saluto e un bacio. Sara.

    • Lo ammetto Sara, qui vengo solo a lagnarmi, in compenso mi diverto come una matta su Fb dove, te lo giuro, sono piu’ simpatica e brillante dei tempi di Splinder….vieni e non te ne pentirai :-). Grazie!

  2. si è tutto vero e purtroppo di persone simili se ne incontrano tutti i santi giorni. Ho imparato che allontanarsene è la cosa migliore da fare…oddio… a parole so brava pure io eh…bisogna vedere chi è l’latra persona. Lip mi mandi la tua mail? o magari me la scrivi qui sotto 🙂

  3. Intanto mi spiace vedere che hai più o meno abbandonato il blog 😦 Tuttavia leggo che te la spassi su facebook, e allora… bé, evidentemente per te è meglio così 😉
    Sull’argomento del post, sono certo che calzi in molti casi, purtroppo. Mi piacerebbe vedere se, il libro o l’articolo da cui è estratta questa parte, si accentra anche sul ruolo della vittima, oltre che su quello dell’aggressore, più che altro perché purtroppo le vittime devono agire, far qualcosa, perché non si possono aspettare che siano i primi a cambiare registro. Perché dovrebbero farlo se la loro tattica ha avuto successo fino a quel momento?
    In linea di massima, anche se spesso è difficile crederlo e rendersene conto, gli altri ci fanno ciò che noi permettiamo loro di farci. Anche se, è da dire, la vittima che già ha scoperto questi meccanismi e si è resa conto di essere una vittima… è sulla buona strada per emanciparsene 😉
    Un caro saluto 🙂

    http://www.wolfghost.com

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